Omega 3 per contrastare l’infiammazione e prevenire malattie
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Gli omega3 sono acidi grassi essenziali fondamentali per la salute che il corpo umano che, non producendoli deve introdurli con il cibo o con gli integratori alimentari.
Gli omega 3 sono importantissimi per combattere alcune infezioni e prevenire malattie autoimmuni.
Gli studi clinici di settore analizzando gli acidi omega 3, hanno scoperto che i suoi acidi possiedono potenti proprietà immunomodulatorie in grado di contrastare in maniera sensibile le infiammazioni e di curare e prevenire alcune malattie autoimmuni.
Sapevate che alcune la sintomatologia di malattie può diminuire con l’assunzione di Omega 3?
Molte persone non sono a conoscenza del fatto che alcune malattie possono essere contrastate attraverso i benefici dell’assunzione regolare degli omega presenti in natura. Alcune di queste malattie sono:
- Depressione
- Morbo di Crohn
- Cancro
- Colite ulcerosa
- Artrite
- Lupus eritematoso
- Malattia alle coronarie
- Psoriasi
- Sclerosi Multipla
- Artrite reumatoide
- Cefalee emicraniche
- Obesità
- Steatosi epatica non alcolica
- Alzheimer
Si consiglia l’assunzione degli acidi polinsaturi almeno due volte a settimana.
Siamo informati sugli alimenti che dovremmo assumere per introdurre nel nostro organismo gli Omega 3?
Non sempre l’informazione spiega in parole semplici quali alimenti mangiare per essere sicuri di fare scorta dei preziosissimi acidi grassi omega 3, conosciuti scientificamente anche come acidi grassi polinsaturi.
Essi sono presenti in grande quantità nei pesci grassi come tonno, ippoglosso, aringhe, sardine, salmone, sgombri, trote; in alcuni alimenti di origine marina come i frutti di mare, i krill e le gustosissime alghe; in alcune piante e oli di noci.
In che modo gli omega 3 possono ridurre le infiammazioni?
Prima di poter spiegare come gli omega 3 concorrono alla riduzione dell’infiammazione che causa disturbo al soggetto colpito, si deve spiegare come ha origine un’infiammazione.
L’infiammazione è la reazione mediante il quale l’organismo umano o animale reagisce per difendersi dall’attacco di lesioni provocate dalle malattie o infezioni particolari.
Durante la risposta difensiva del corpo all’infiammazione si può assistere alla produzione delle molecole pro-infiammatorie come l’ interleuchina 6, le molecole di necrosi tumorali e la proteina C –Reattiva prodotta dal fegato.
Da uno studio effettuato in Cina da alcuni ricercatori, che hanno sottoposto a esperimento alcuni volontari sani o affetti da infiammazioni, è risultato che l’andamento del processo infiammatorio può essere con contrastato o annientato mediante l’assunzione regolare di omega 3 di origine marina.
Alla fine dello studio hanno scoperto che nei soggetti non obesi e non diabetici affetti da infiammazione che regolarmente hanno assunto gli acidi polinsaturi EPA e DHA presenti nei pesci o negli integratori supplementari, sono sensibilmente diminuiti i valori di interleuchina e la proteina C-Reattiva, riducendo o eliminando il processo infiammatorio.
Per i soggetti sani sottoposti a esperimento, si è riscontrata l’importanza preventiva dell’assunzione di tali acidi.
Gli omega 3 danno sollievo alle persone affette da obesità riducendo le infiammazioni del tessuto adiposo
La rivista medico- scientifica American Journal of Clinical Nutrition ha pubblicato una ricerca della Medical University di Vienna condotta da studiosi italiani nella quale si evince che il tessuto adiposo che nei grandi obesi può causare un’infiammazione cronica, può essere ridotta grazie all’utilizzo dell’omega 3.
L’infiammazione nei grandi obesi è la principale causa del sorgere di alcune gravi patologie come il diabete di tipo II e gravi insufficienze coronariche.
Ai volontari sottoposti a indagine clinica, è stato chiesto di assumere quotidianamente per 8 settimane 5 grammi di burro o 3360 milligrammi di EPA (Acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico) contenuti nei pesci grassi.
Al termine dello studio si è evinto che nei soggetti che hanno seguito diligentemente l’esperimento assumendo la quantità di omega 3 richiesti, sono diminuiti tutti i livelli di espressione dei geni associati all’infiammazione presenti nel tessuto adiposo.
Si è riscontrata inoltre la diminuzione dell’interleuchina 6 che identifica la presenza dell’infiammazione, la diminuzione de i trigliceridi dannosi per il benessere cardiovascolare. Diminuiti anche i valori del rapporto tra omega 6 e omega 3.
Anche gli omega 6 hanno degli effetti positivi per l’organismo ma usato in alte dosi favorisce l’aumento delle molecole che innescano i processi infiammatori e l’insorgere di malattie metaboliche come il diabete.
Essendo anche gli omega 6 degli acidi grassi essenziali, pur avendo una funzione diversa rispetto agli omega 3, sono di fondamentale importanza per l’organismo usati in combinazione con questi ultimi.
La dose ideale dovrebbe rientrare nel rapporto di 1 a 3 ma le errate abitudini alimentari della popolazione occidentale, non riescono a mantenere tali proporzioni.
Gli studiosi ipotizzano che l’assunzione di Omega 6 sia di venti volte superiore a quella di omega 3 e questo conduce irrimediabilmente ai fenomeni infiammatori che nel tempo possono condurre allo sviluppo di malattie metaboliche.
Anche la pancreatite acuta, essendo una malattia di tipo infiammatorio ossidativo, secondo una ricerca di studiosi dell’università spagnola di Granada pubblicata nella rivista specializzata Proceedings of the Nutrition Society, può essere prevenuta e alleviata con l’assunzione di omega 3.
Gli studiosi hanno concentrato il proprio lavoro di ricerca basandosi sull’alimentazione tipica della dieta mediterranea. La loro scoperta è stata sensazionale.
Cosa s’intende per acidi grassi essenziali?
Gli omega 3 e gli omega 6 come scritto prima, sono fondamentali per la salute dell’organismo umano, ma il corpo, pur producendoli in piccole quantità non riesce a sintetizzarli autonomamente.
Per garantire un giusto apporto di questi nutrienti occorre introdurli attraverso l’alimentazione per mantenere efficiente le funzioni arteriose, coronariche e mentali.
Cosa succede all’organismo quando s’infiamma?
L’uso smisurato di alimenti che contengono acidi grassi omega 6 e il relativo basso consumo di omega 3, comporta l’insorgere di una serie di problemi che favoriscono l’insorgere dello stato infiammatorio.
Dalle analisi risulta una composizione del sangue viscosa, le arterie tendono a restringersi, comportando problemi di pressione, ischemie, ictus e infarti.
E allora cosa dobbiamo mangiare durante la giornata per essere certi di garantirci la buona salute alimentare?
Il menù ideale prevede l’assunzione quotidiana di almeno un pasto composto da pesci grassi, frutta secca, frutta di stagione e verdure a foglia verde.
Si dovrebbe cercare di evitare categoricamente l’assunzione di oli vegetali come l’olio di semi di girasole e l’olio di mais che contengono le molecole pro infiammazione.
Omega 3 e infiammazione: quando l’omega 3 ci salva la vita
I cosiddetti ‘cibi sani’, che non sono poi così ‘sani’
Siamo spesso portati a credere che prodotti alimentari come gli oli vegetali, tra i più ricchi di omega 3 per antonomasia, siano buoni per la nostra salute, ma la verità è che anche quegli alimenti che crediamo essere “sani”, che ci vengono venduti come tali anche nei negozi specializzati, in realtà sono anch’essi rivestiti da uno strato di olio vegetale a basso costo, per migliorarne gusto e consistenza, quindi sono molto più più ‘dannosi’.
Gli Omega 3 e gli Omega 6 , anche conosciuti con l’acronimo AGPI, sono gli acidi grassi polinsaturi e sono essenziali al nostro organismo perché indispensabili per combattere le infiammazioni, per la costruzione delle membrane cellulari e non possono essere sintetizzati dall’organismo e per essere assunti devono, quindi, provenire obbligatoriamente dalla nostra alimentazione.
Gli acidi grassi Omega 3 e Omega 6 non sono equivalenti, anzi!
A differenza degli Omega 6, che hanno effetti per lo più vasocostrittori e pro-infiammatori, gli Omega 3, invece, provocano la liberazione di sostanze anti-infiammazione.
Perché combattere le infiammazioni prima che esse si presentino?
Le infiammazioni sono implicate in numerose malattie, tra le più comuni e inesorabili.
Le infiammazioni sono presenti nel cervello di un paziente colpito dal morbo di Alzheimer, nell’intestino di una persona che soffre del morbo di Crohn, su articolazioni che invecchiano, nei problemi cardiovascolari, nell’ambito delle lesioni dovute alla psoriasi e molte altre… Tante malattie che, come si suol dire, è meglio “prevenire che curare“.
Nonostante abbiano funzioni decisamente diverse, gli enzimi utilizzati dagli Omega 3 e dagli Omega 6 sono gli stessi, quindi i due acidi grassi entrano in una ‘pericolosa’ competizione tra loro.
Omega 3 e integratori
EPA e DHA: il cuore dell’Omega 3

Perché EPA e DHA sono così necessari?
Quanti Omega 3 dovremmo consumare al giorno?
Pensate che il più corretto apporto di Omega 3 ridurrà moltissimo i rischi d’infarto e di morte improvvisa, beneficio identico in qualunque Paese, indipendentemente dalla genetica dell’individuo.
Omega 3 ? Salva la vita

Quando però tali farmaci sono usati per lunghi periodi di tempo e/o ad alte dosi, riducono le difese immunitarie predisponendo ad infezioni micotiche e/o ricorrenti.
Questo non accade con gli acidi grassi omega-3.
Cerchiamo di capire meglio questo concetto con parole semplici.
I mediatori infiammatori, ovvero le sostanze responsabili dell’ infiammazione, si formano a partire dall’acido arachidonico, un acido a lunga catena esterificato con i fosfolipidi di membrana.
Quali sono le dosi di omega 3 da assumere per ridurre l’infiammazione?
Come assumere gli omega 3?

Infiammazione e omega-3
Esistono due tipi di infiammazione:
1. il primo tipo è quello acuto,intenso ed è considerato come l’infiammazione classica, quella che tutti conosciamo;
2. il secondo tipo di infiammazione invece è detta silente.
L’infiammazione silente è un fenomeno che si instaura nel tempo ed è dovuto a vari fattori quali lo stress, le alterazioni del ritmo sonno-veglia,l’inquinamento.
Sicuramente la causa più importante per cui si produce questa situazione è l’alimentazione di tipo occidentale.
Questo tipo di infiammazione è chiamato silente perché non dà alcun tipo di dolore, quindi non si fa nulla per fermarla e può persistere per tanti anni e danneggiare gli organi.
L’infiammazione silente non produce solo obesità e diabete di tipo 2 ma anche altri tipi di malattie come:
- malattie cardiovascolari,infarto e ictus
- alterazioni del metabolismo
- malattie autoimmuni
- allergie e intolleranze
- artrite,osteoporosi e fibromialgia
- depressione e morbo di alzheimer
- dermatiti come la psoriasi
- cellulite
- malattie respiratorie croniche
- riduzione della libido
Alimentazione e infiammazione
La causa principale dell’infiammazione silente è sicuramente l’alimentazione di tipo occidentale.
I principali pro-infiammatori sono i cibi di provenienza animale (eccetto il pesce ricco di omega-3) in particolare carne e insaccati.
Questo perché le carni e i formaggi sono ricchi di acido arachidonico, da cui il nostro corpo produce prostaglandine infiammatorie.
Altri alimenti che favoriscono questo stato infiammatorio sono i cibi ricchi di zucchero,i cerali raffinati, l’olio di palma, i grassi idrogenati tipo le margarine.
Un fattore importante è l’assunzione elevata di acidi grassi omega-6 e un apporto insufficiente di omega-3.
Condizioni importanti che predispongono all’infiammazione sono il diabete e il sovrappeso.
Infatti, le persone grasse sono più soggette a malattie infiammatorie.
Si è notato che le persone in sovrappeso che dimagriscono hanno una riduzione degli indici di infiammazione.
In sintesi, è normale che con questo tipo di alimentazione compaiano con il tempo tutte le problematiche elencate sopra, infatti la combinazione tra insulina in eccesso (dovuta ad un’alimentazione ad alto indice glicemico quindi ricca di zuccheri ) e un consumo elevato di acidi grassi omega 6 produce livelli eccessivi di ormoni pro-infiammatori chiamati eicosanoidi.
Eicosanoidi e infiammazione
La famiglia degli eicosanoidi include una grande varietà di superormoni tra cui ricordiamo le prostaglandine e i leucotrieni.
Gli eicosanoidi derivano dagli acidi grassi essenziali che sono divisi in due classi principali: omega 6 e omega 3.
Anche se tutte e due le classi di acidi grassi essenziali possono produrre gli eucosanoidi, gli omega 6 sono i più importanti per la loro produzione.
La produzione di questi ormoni pro-infiammatori inizia con l’acido linoleico (omega-6) che è facile da reperire perché è in tutti gli alimenti. Più l’alimento è grasso e più è ricco di acido linoleico.
Grazie ad un enzima, l’acido linoleico viene convertito in acido gammalinoleico(GLA) che è raramente presente negli alimenti ed ha un‘ azione antinfiammatoria.
La fonte più ricca è il latte materno. Ecco perche è importante l’allattamento al seno.
Dall’età di trent’anni l’enzima che trasforma l’acido linoleico in GLA si riduce.
Questo può spiegare come mai alcune malattie degenerative sono più frequenti in età avanzata.
La dieta può influire su questo enzima. Un eccesso di carboidrati e oli idrogenati riduce questo enzima che produce il GLA.
In sintesi, il GLA tramite altri enzimi produce le prostaglandine di tipo 1 che sono importanti per la salute perché hanno un’azione antinfiammatoria, ma esso produce anche l’acido arachidonico, che è l’acido grasso peggiore per il nostro corpo.
Esso è il precursore degli eicosanoidi “cattivi” come le prostaglandine di tipo 2 e i leucotrieni che producono invece dolore e infiammazione.
Ridurre gli ormoni pro-infiammatori con la giusta alimentazione e gli omega-3
Per ridurre lo stato infiammatorio cronico che come abbiamo visto è responsabile di varie malattie come le allergie.
Le malattie cardiovascolari, ictus, depressione ed Alzheimer, artrite, fibromialgia come dicevamo primo.
- E’ utile prima di tutto ridurre l’apporto di calorie totali e allo stesso tempo diminuire l’assunzione di quei cibi che favoriscono questa infiammazione cosiddetta “silente”.
- Bisogna ridurre i cibi che hanno un’alta densità calorica e quindi eliminare soprattutto lo zucchero(saccarosio), il glucosio, lo sciroppo di glucosio e tutti i cibi che li contengono come i dolci, le bevande zuccherate e in generale ridurre gli alimenti ad alto indice glicemico come le patatine, il pane bianco e i cibi preparati con le farine raffinate.
- Allo stesso tempo bisogna ridurre le fonti di grassi saturi(carne,salumi,latticini).
- E’ utile inoltre assumere alimenti con caratteristiche antinfiammatorie.
Per esempio il cereale più indicato è il riso integrale perché contiene sostanze che contrastano la produzione di prostaglandine infiammatorie e leucotrieni.Il consumo di verdura e frutta è stato associato a più bassi livelli di sostanze infiammatorie nel corpo. - Utile per ridurre l’infiammazione è mangiare alimenti ricchi di acidi grassi omega-3, in particolare i pesci grassi(come il pesce azzurro e i pesci dei mari freddi) e i semi di lino.
Ma vediamo in dettaglio cosa sono questi acidi grassi omega-3 cosi importanti per la nostra dieta contro l’infiammazione.
Cosa sono gli acidi grassi essenziali?
Gli acidi grassi fanno parte dei lipidi,più conosciuti come grassi.
Per semplificare possiamo dire che questi lipidi si dividono in acidi grassi saturi e insaturi
Gli acidi grassi saturi vengono detti così perché tutti gli atomi di carbonio sono legati a due atomi di idrogeno.
Gli acidi grassi saturi sono quelli che si trovano nella carne,per esempio.
I grassi saturi aumentano il rischio cardiovascolare e quindi sono sconsigliati nella nostra dieta antinfiammatoria.
Gli acidi grassi insaturi (PUFA) presentano uno o più doppi legami tra atomi di carbonio,con la mancanza di uno o più atomi di idrogeno.
In base al numero di legami si dividono in monoinsaturi (come l ‘olio di oliva) e polinsaturi (come l’olio di arachide).
Vari studi hanno dimostrato un minore tasso di mortalità nei paesi in cui si consuma più olio di oliva rispetto ai grassi saturi come il burro.
L’olio di oliva abbassa i valori di LDL il cosiddetto colesterolo”cattivo”e alza i valori di HDL cioè il colesterolo “buono”.
Tra tutti gli acidi grassi, alcuni non possono essere prodotti dal corpo e sono particolarmente importanti e vengono chiamati acidi grassi essenziali e sono l’acido linoleico,linolenico e arachidonico.
Per capire meglio abbiamo altre due suddivisioni in: acidi grassi omega 3 e acidi grassi omega 6.
Degli omega-3 fanno parte gli oli di pesce (in particolar modo quelli dei mari del nord), mentre gli omega 6 sono rappresentati dagli oli terrestri.
Gli oli vegetali hanno livelli elevati di acido linoleico (omega 6) e arachidonico ma sono alquanto poveri di acido linolenico (omega 3).
L’acido linolenico è invece presente nei pesci dei mari freddi come il salmone.
Dagli omega 3 derivano due oli chiamati EPA e DHA.
Gli omega-6
Gli acidi grassi omega 6 sono abbastanza presenti nella dieta di tipo occidentale e non necessitano di un ‘integrazione come invece può accadere con gli acidi grassi omega 3 che invece sono meno presenti.
Gli omega 6 sono presenti soprattutto negli alimenti di origine vegetale come frutta secca, gli oli di semi, i legumi e la carne.
Quindi come si nota è difficile averne una carenza.
Gli omega 6 subiscono diverse trasformazioni da un particolare enzima che produce da una parte prostaglandine “buone”(PGE1) che hanno un effetto protettivo sul sistema immunitario,cardiovascolare e sono antinfiammatorie.
Ma si formano anche prostaglandine”cattive”(PGE2)che hanno un’azione opposta cioè producono infiammazione e dolore.
Questo enzima purtroppo diminuisce con l‘età e viene inibito da zuccheri,alcool,grassi saturi e stress.
Appare evidente che molte persone non riescono ad utilizzare correttamente i grassi.
Gli omega 6 hanno sia un ruolo positivo che negativo sul rischio cardiovascolare.
Come effetti positivi:
- abbassano la colesterolemia, riducendo i valori delle LDL il cosiddetto colesterolo”cattivo”,
- diminuiscono la pressione arteriosa,
- aumentano la sensibilità insulinica.
Nonostante questi aspetti positivi un eccesso di omega 6 può essere dannoso perché come abbiamo visto gli omega 6 oltre alle prostaglandine “buone” producono anche l’acido arachidonico che è il precursore delle prostaglandine”cattive”che hanno un’attività infiammatoria.
L’eccesso di omega 6 danneggia gli omega 3
Un eccesso di omega 6 è nocivo per il metabolismo degli omega 3, infatti gli omega 6 e gli omega 3 sono in concorrenza tra di loro nel nostro corpo. Gli acidi grassi omega 3 ed omega 6 vengono elaborati nelle cellule dagli stessi enzimi. Di conseguenza, l’eccesso di omega 6 occupa gli stessi enzimi e cosi si pregiudica il metabolismo degli omega 3.
Inoltre, gli omega 3 sono presenti nella dieta in maniera minore anche se hanno un effetto antinfiammatorio maggiore rispetto agli omega 6.
Tutto questo fa si che si formino più prostaglandine di tipo “cattivo” pro-infiammatorie rispetto a quelle “buone” antinfiammatorie.
In poche parole anche se si pensa di mangiare sano ma si introducono molti alimenti preparati con olio di girasole, mais e similari e non si consumano omega 3, il nostro corpo va incontro a quella famosa infiammazione ”silente”.
Gli omega 3
Gli omega-3 come abbiamo visto, sono acidi grassi essenziali con un effetto antinfiammatorio più potente rispetto agli omega-6 .
Gli omega-3 EPA e DHA (a catena lunga) sono presenti soprattutto nel pesce azzurro e costituiscono lo strato di grasso che serve come isolamento e per mantenere la temperatura costante in acqua fredda.
Nei paesi del nord il mare è più freddo,quindi il pesce è più grasso e ha più omega-3.
Gli altri tipi di omega-3 detti ALA (a catena corta) sono presenti in alcuni oli vegetali come l’olio di lino e nella frutta secca come le noci.
I semi di lino abbondano di omega-3, sono però molto delicati e vanno consumati subito perché si ossidano e la stessa considerazione va fatta per l‘olio di semi di lino.
Anche le alghe contengono omega-3 ed è facile inserire le alghe nell’alimentazione. Alcune alghe possono essere usate nelle insalate e nelle zuppe.
Anche i vegetali a foglia verde contengono tracce di omega 3 ed è quindi utile assumerli.
È utile inserire nella dieta quotidiana anche le uova perché sono ricche di omega 3 in quanto le galline si nutrono di acidi grassi.
A cosa servono gli omega 3?
Come abbiamo visto gli omega-6 producono due tipi di prostaglandine: quelle di tipo 1, che hanno un’azione antinfiammatoria; e quelle di tipo 2 che invece sono considerate “cattive” e hanno un’azione infiammatoria.
Gli omega-3 invece producono le prostaglandine di tipo 3 (PGE3) che hanno un’azione antinfiammatoria,regolatrice sul sistema immunitario, antiallergiche e diminuiscono il rischio tumorale(soprattutto per il tumore al seno).
Gli omega 3 possono essere usati per vari disturbi:
1. Trigliceridi e colesterolo elevato
Gli eschimesi, che consumano molto pesce, hanno livelli elevati di colesterolo buono, ma anche una concentrazione bassa di trigliceridi nel sangue.
Quindi gli omega-3 possono ridurre sia il livello di trigliceridi che il colesterolo cosiddetto “cattivo” LDL.
2. Ipertensione
Vari studi hanno dimostrato che un’alimentazione ricca di EPA e DHA può abbassare in maniera importante i valori della pressione arteriosa.
3. Malattie cardiovascolari
Utilizzare cibi contenenti omega-3 aiuta a prevenire i disturbi cardiaci perché, come abbiamo visto, l’EPA e il DHA abbassano i livelli di trigliceridi e d i colesterolo “cattivo” LDL.
Diversi studi hanno dimostrato che assumere gli omega-3 protegge dagli ictus che sono causati dalla formazione di grumi di sangue nelle arterie del cervello.
4. Diabete
Le persone diabetiche spesso hanno alti livelli di trigliceridi e bassi livelli di colesterolo “buono” HDL .
Quindi l‘ assunzione di omega-3 può servire anche al paziente diabetico.
5. Asma
Gli omega-3 possono ridurre l‘infiammazione associata all’asma e migliorare la funzionalità polmonare; gli omega-6, al contrario, come sappiamo, aumentano i processi infiammatori.
6. Psoriasi
Avendo un’attività antinfiammatoria, gli omega-3 sono utilissimi pure per il trattamento della psoriasi.
Alcuni studi hanno dimostrato un miglioramento di questa malattia della pelle quando alla terapia farmacologica è stata associata l’assunzione di omega 3.
7. Depressione
Gli omega-3 sono fondamentali per la salute del cervello, infatti il cervello contiene la più alta percentuale di PUFA (acidi grassi polinsaturi).
Di questi PUFA un terzo è rappresentato dall’EPA.
Chi non mantiene un equilibrio corretto tra gli acidi grassi omega-3 e gli omega-6 quindi, con una percentuale più elevata di omega-6, è a maggior rischio di sviluppare stati depressivi .
Quindi in caso di depressione e di disturbi dell’umore è utile un’integrazione con gli omega-3.
8. Artrite reumatoide
Per quanto riguarda l’artrite reumatoide vari studi condotti su cellule della cartilagine hanno dimostrato che EPA e DHA possono diminuire l’infiammazione e l’attività degli enzimi che riducono la cartilagine.
9. Osteoporosi
Un’alimentazione carente di omega-3 può far perdere massa ossea quindi questi acidi grassi essenziali sono fondamentali anche per l ‘osteoporosi.
10. Morbo di Alzheimer
Anche nell’Alzheimer gli omega-3 mostrano una grande utilità.
Un gruppo di anziani è stato seguito con un questionario alimentare e si è notato che gli anziani che mangiavano più pesce hanno avuto il 60% i meno di rischio di sviluppare questa malattia degenerativa.
Gli omega-3 sono importanti anche per i neonati, infatti il cervello è fatto come abbiamo visto di acidi grassi e sembra che il corretto sviluppo cerebrale sia legato a una corretta presenza di acidi grassi omega-3 Quindi bisogna intervenire sull’alimentazione della madre che deve essere ricca di acidi grassi omega-3.
Conclusioni
Abbiamo visto che oltre alla classica infiammazione acuta che conosciamo tutti esiste anche un’infiammazione cosiddetta “silente” che può produrre nel tempo danni ai vari organi e far comparire vari tipi di malattie.
Questa infiammazione è dovuta principalmente a uno stile di vita errato e a un’alimentazione di tipo occidentale con un eccesso di acidi grassi saturi e di acidi grassi omega-6 rispetto agli acidi grassi omega 3.
L’infiammazione silente può essere contrastata con uno stile di vita sano e una corretta alimentazione in cui ci sia un giusto rapporto tra acidi grassi omega-3 e acidi grassi omega-6, perché abbiamo visto che un eccesso di omega -6 può produrre sostanze infiammatorie .
Quando è difficile assumere gli omega-3 con la dieta è utile un supplementare con integratori. Per quanto riguarda la supplementazione di omega-3 è utile assumerla dall’olio di pesce come per esempio l’olio di krillche è un piccolo crostaceo che compone lo zooplancton delle fredde acque dell’antartico e che si nutre di alghe che sono ricche di omega 3.
Gli integratori di olio di semi di lino hanno ottenuto meno risultati rispetto all’olio di pesce perché i semi di lino contengono gli omega-3 della serie ALA che sarebbe il precursore dell’EPA e del DHA, quindi l’organismo avrebbe difficoltà nella conversione di questo precursore in EPA e DHA che invece sono molto presenti nell’olio di pesce.
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